Svegliamoci! – di Nunzio Costa

Giuramento Pallacorda

Svegliamoci! È stato questo il monito di Fabrizio, l’utente della rete, che ha alzato il telefono e ha chiamato me personalmente per chiedere come mai nei condomini ci sono luci accese tutta la notte e non si adottano le lampade a risparmio energetico. Mi ha chiesto in particolare se esiste una legge che affronta l’argomento e che obbliga il condominio o l’amministratore al contenimento energetico. Ebbene la risposta è stata più che ovvia: questa legge non esiste. Dunque la domanda diventa diversa: Con il periodo nefasto che stiamo vivendo e tutta la tecnologia che abbiamo sarebbe ben possibile utilizzare dei sensori di rilevamento che comandano a distanza le lampadine e la loro accensione. Probabilmente bisognerà adattare gli impianti per adeguarli alla mutata esigenza e tuttavia non prevediamo risorse singolarmente spendibili da dedicare ad un tema oggettivamente caldo. Questo disinteresse fa parte della cecità della classe politica che attraversa tutto l’arco costituzionale; che spinge in avanti solo le tematiche su cui può mettere le mani, ovvero quelle che portano vantaggi elettorali. A titolo di esempio ricordo la storia dei pannelli fotovoltaici sui tetti di copertura. Saranno passati 40 anni dalla possibilità di utilizzo conveniente dei pannelli fotovoltaici per le unità abitative. Lo Stato si rese promotore di una iniziativa che consentiva di installare i pannelli fotovoltaici per immettere nella rete il flusso di energia prodotto Inoltre, per le ditte installatrici, inventò il sistema, denominato Certificati Bianchi, con cui le ditte potevano ricavare anch’esse delle risorse economiche. Indovinate come andò a finire: il sistema, allora molto conveniente per il cittadino, si arenò di fronte alla richiesta da parte degli enti locali di ottenere un progetto da presentare per la richiesta di permesso a costruire. Per farla in breve si richiedeva, per l’installazione del pannello sul tetto, lo stesso strumento urbanistico richiesto per costruire un palazzo. Naturalmente le ditte continuarono ad emettere i certificati Bianchi e a guadagnare, finché il governo, a sua volta, si è svegliato e ha capito che dietro quel sistema vi era la potenzialità di una poderosa truffa finanziaria. In sostanza è successa la stessa cosa con il superbonus, una normativa che tende all’efficientamento, che però viene puntualmente bloccata e sterilizzata, per non dire paralizzata, dai successivi interventi dell’Agenzia delle Entrate, e da una formazione di Governo successiva, che ravvisa la potenzialità di enormi truffe ai danni dell’erario e, quindi, tende a bloccare i pagamenti per gli interventi già eseguiti. Eppure è già dagli anni sessanta del secolo scorso che esiste una norma che obbliga il Parlamento ad emanare leggi solo allorquando siano provviste di copertura finanziaria, quindi vuol dire che i soldi per portare a termine il superbonus c’erano. Di conseguenza non è un problema di mancanza di risorse, è un problema di verifiche circa la correttezza degli interventi eseguiti. Ma siamo tutti italiani e sappiamo benissimo che ogni volta che c’è l’intervento dello Stato si sveglia qualche furbetto e cerca di aggirare la legge presentando il conto per opere mai eseguite e che, quindi, i correttivi ed i controlli devono essere pensati prima e, non, a posteriori. Perché a tentare di arginare il problema a Valle significa soltanto crearne un altro, ancora più grosso, ed in particolare a quelle ditte dotate di merito creditizio che potevano accedere al mondo finanziario e che si sono impegnate per dei lavori che adesso praticamente vedono ancora bloccati nei pagamenti. La conseguenza è che i lavori di efficientamento non si svolgono più per carenza di fiducia da parte della platea dei cittadini e le ditte esecutrici sono tutte sull’orlo del fallimento con un costo sociale elevatissimo. Il tutto si è calmierato con l’intervento di un sottomondo finanziario di capitali esteri che hanno prepotentemente investito nel nostro paese ed hanno supplito alla carenza delle banche tradizionali italiane, intervenendo con capitali iniettati nel sistema a caro prezzo e con percentuali di ‘sconto’ del 28, 31 e anche 33%: bere o affogare! Ed hanno bevuto tutti! La nostra associazione ha attinto a questo mondo di capitali esteri perché si è resa conto che i lavori nei condomini non finivano e le ditte stavano fallendo, per cui ci siamo preoccupati di reperire delle risorse esterne, anche se ha significato erodere il guadagno delle ditte esecutrici. Non parlo della comprovata incapacità di un Legislatore, presuntuoso ed arrogante, che non ha chiamato gli operatori per ottenere pareri, perché il sospetto, che gli ostacoli frapposti al finanziamento siano stati creati, proprio per consentire l’intervento del sottomondo finanziario, è fortissimo. In conclusione vorrei farmi portavoce del monito di Fabrizio, un cittadino comune, che ha aperto gli occhi prima di tutti e che ha capito che per fare le cose bisogna ragionare in maniera semplice e che, quando invece le cose le fanno complicate, c’è sempre del marcio e allora mi unisco a lui: “Svegliamoci!”

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